Il
termine "ansia" di per sé, non riconduce necessariamente alla presenza
di una malattia (patologia) psichica. Essa va inquadrata, primariamente,
come una funzione importante e fisiologica della persona, in relazione alla
sopravvivenza. Molto genericamente potremmo infatti definire l'ansia come uno
stato psichico caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o
paura, a volte infondata, uno stato di tensione emotiva, di attesa, che può
essere relativa ad uno stimolo ambientale esterno specifico, oppure interno, di
natura psichica.
Se invece inquadriamo l'ansia dal punto di vista clinico, allora può essere definita come un "sintomo", ovvero la manifestazione di un qualche condizione, patologia o disturbo, che la provoca.
Quando si parla di ansia....
E’ opportuno operare un preliminare chiarimento terminologico, non solo sul termine "ansia" ma anche su altri termini che fanno riferimento a sintomi molto spesso legati alla presenza di ansia.
Il termine "ansia" è utilizzato in Medicina, per descrivere il sintomo "ansia" ovvero "la sindrome ansiosa", ovvero ancora, tutto quel corteo di sintomi fisici e della sfera emotiva che ne fanno parte e che quando sono presenti definiscono lo "stato d'ansia" o la "crisi d'ansia". Nulla dice il termine "ansia" riguardo la causa, ed il termine, da solo, non fa "diagnosi". Termini un po' più specifici, seppure ancora non indicanti alcuna diagnosi sono ad esempio, il termine "ansia di stato" che fa riferimento alla presenza di ansia nel qui ed ora. Da esso si distingue il termine "ansia di tratto" che fa esplicito riferimento ai "tratti" di ansia presenti nell'assetto personologico, nel carattere, della persona, ed ancora non ci dice nulla rispetto ad una diagnosi sottostante. Diverso ancora, dunque, è far riferimento alle categorie diagnostiche, alle patologie vere e proprie, ovvero ai "Disturbi d'Ansia", come ad esempio, il Disturbo Ossessivo Compulsivo, il Disturbo Post Traumatico da stress, il Disturbo da Attacchi di Panico.
Quest’ultimo comprende al suo interno il termine “panico”, termine spesso usato in modo equivoco, se non palesemente sbagliato. Questo termine dovrebbe essere impiegato esclusivamente in relazione al sintomo caratterizzato da una sensazione di ansia molto intensa accompagnata da paura o di terrore, più specificatamente, di morte imminente, non controllabile dalla ragione, che nasce a fronte di uno stimolo reale o simbolico e si accompagna ad intensa agitazione psicomotoria. Di conseguenza, va precisato che la nota patologia definita come Disturbo da Attacchi di Panico, è tale solo se è presente il panico, così come è stato descritto.
Come si presenta?
Le manifestazioni dell’ansia sono varie e complesse e sono in relazione alle sue componenti, ovvero:
- Una componente somatica, che possono includere: dilatazione pupillare, pallore, sudore, tremore, tachicardia, cardiopalmo, respiro affannoso, ma anche senso di tensione emotiva, dolori muscolari, o a livello gastroenterico.
- Una componente emotiva, che si esprime come senso di tensione, agitazione, terrore o panico o paura, anche in assenza di reali stimoli esterni
- Una componente cognitiva, che comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto.
- Una componente comportamentale, che porta ad esprimere comportamenti sia volontari che involontari, spesso ripetitivi, diretti alla fuga o all'evitare la fonte dell'ansia.
Quando queste manifestazioni, singolarmente o insieme, assumono una gravità tale da compromettere i comuni atti della vita quotidiana di un individuo, allora l'ansia da fisiologica diventa patologica, diventa "sintomo" ed necessario capire cosa lo provoca, quali sono le cause. Va precisato che la differenza tra ansia fisiologica e ansia patologica (sintomo) è puramente quantitativa.
Quali sono le cause?
Sintetizzando, vi sono tre grandi categorie di condizioni che provocano sintomi d’ansia, ovvero: la presenza di una condizione medica (una malattia), l’assunzione di sostanze chimiche (psicoattive e non), la presenza di una patologia psichica.
Le condizioni mediche che possono provocare ansia sono moltissime e comprendono:
Patologie Cardiovascolari: scompenso cardiaco, aritmie, embolia polmonare
Patologie Respiratorie: asma,enfisema, polmoniti, bronchite cronica
Patologie Neurologiche: cefeala, emicrania, epilessia, encefaliti, neoplasie cerebrali, sclerosi multipla, m. di Parkinson, m. di Alzheimer
Patologie del sistema endocrino: iper o ipotiroidismo, m. di Cushing, fecromocitoma, s. dell’ovaio policistico.
Patologie dell'apparato muscoloscheletrico: lombalgie o cervicalgie
Le sostanze chimiche (psicoattive e non) che possono provocare ansia sono: amfetamine, cocaina, cannabis, allucinogeni, oppiacei, alcol, ma anche farmaci come alcuni antiipertensivi, la digossina, il cortisone
Le patologie psichiche che hanno tra i loro sintomi anche l’ansia sono:
Le Psicosi
I Disturbi della Personalità e del carattere
Le Nevrosi, che comprendono: il Disturbo da Attacchi di Panico, il Disturbo Ossessivo Compulsivo, i Disturbi Ansioso-Fobici, il Disturbo Post Traumatico da stress, il Disturbo d’Ansia Generalizzata, ma anche l’Ansia situazionale o da stress psicofisico
Come si cura?
Le strategie di intervento sono molteplici, variamente interconnesse e ampiamente personalizzabili e comprendono:
Farmacoterapia: i farmaci più usati sono sostanze appartenenti alle categorie degli Ansiolitici e degli Anti Depressivi approvati per questo tipo di disturbi. Possono essere impiegati anche i farmaci cosiddetti Antipsicotici oppure quelli con effetto stabilizzante sull’umore, se alla base vi è una condizione che ne consiglia l’uso.
Psicoterapia (vedi anche qui): vi sono varie tecniche che risultano indicati per questi disturbi, dalle psicoterapie ad indirizzo cognitivo comportamentale, a quelle ad indirizzo psicodinamico. Utili possono essere anche particolari tecniche come l’Ipnosi e l’EMDR.
Medicina Complementare Alternativa: Agopuntura, Fitofarmacologia, Omeopatia, Yoga.
Trattamento integrato: integra varie strategie di cura, ad esempio farmacoterapia e psicoterapia, agopuntura e farmacoterapia, agopuntura e psicoterapia.
Conclusioni
L’ansia, sentirsi in ansia, non è necessariamente un sintomo, né sinonimo di malattia.
E’ prima di tutto una reazione fisiologica. Diventa sintomo, che a sua volta riconduce alla presenza di un disturbo sottostante, quando l’ansia è persistente, duratura (giorni, settimane), oppure assume un andamento a crisi ricorrenti, e il corteo di sintomi diviene a sua volta persistente e grave.
In questo caso è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di base o ad uno specialista del settore per valutare l’entità dei sintomi, identificarne le cause, e individuare il trattamento appropriato
Dott. Francesco Pesavento Studio Professionale in Padova, Via L. Belludi 3 - Per appuntamenti e info: 3663471331
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